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Medea(Il suo nome in greco significa "astuzie, scaltrezze"), maga, figlia del re della Colchide, si innamora del greco Giasone che è giunto nel suo lontano paese (sul mar Nero) per impossessarsi del vello d'oro.
Per Giasone Medea tradisce il padre, uccide il fratello, abbandona la patria.
Ma dopo una serie di eventi a suo sfavore inizia la vera tragica vendetta di Medea :essa, per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui e ne divora le carni: il dolore per la perdita porta Giasone al suicidio.
Medea, pertanto, non riuscendo a colpire Giasone direttamente e sapendo del suo amore per i figli, li uccise per punire il marito.
Come afferma lo psichiatra F. Bruno, la Sindrome di Medea si ripete insistentemente ancora oggi,delineando quel quadro sindromico nel quale il genitore di sesso femminile (la madre), posto in situazione di stress emotivo con il partner, utilizza il proprio figlio per scaricare la sua aggressività e frustrazione, arrivando anche all’azione omicidiaria del piccolo, come vendetta verso il coniuge.
Ma dopo una serie di eventi a suo sfavore inizia la vera tragica vendetta di Medea :essa, per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui e ne divora le carni: il dolore per la perdita porta Giasone al suicidio.
Medea, pertanto, non riuscendo a colpire Giasone direttamente e sapendo del suo amore per i figli, li uccise per punire il marito.
Come afferma lo psichiatra F. Bruno, la Sindrome di Medea si ripete insistentemente ancora oggi,delineando quel quadro sindromico nel quale il genitore di sesso femminile (la madre), posto in situazione di stress emotivo con il partner, utilizza il proprio figlio per scaricare la sua aggressività e frustrazione, arrivando anche all’azione omicidiaria del piccolo, come vendetta verso il coniuge.
Dal testo di Euripide, Medea rivolgendosi a Giasone dice:
"In molti punti, da molti degli uomini io son diversa. Per me, quel ribaldo che da natura ebbe facondia, merita maggior castigo: l'ingiustizia rendere bella ei presume con l'eloquio, e ardisce ogni empietà. Ma povera saggezza è infin la sua. Come ora tu. Garbato non volere con me mostrarti, ed abile favellatore: una parola sola t'abbatterà. Se tu non fossi stato un malvagio qual sei, sol dopo avermi convinto, celebrar dovevi queste nozze, non senza dir nulla ai tuoi cari"